dalla presentazione al testo a cura di Maria Paola Moretti Presidente Metis.

Un’iniziativa come questo convegno ha interessato addetti ai lavori e non, si è nutrita del bisogno di “anima” e ci ha permesso di espandere il proprio sguardo dalla stanza dell'analisi alla finestra per guardare il mondo là fuori e seguire il mondo che esprime sofferenza come leggiamo nella pregevole relazione di Eliana Belli su Afrodite. Spogliata della sua ricchezza l’anima vaga come Psiche dopo aver perso l’amato Eros nelle terre oscure alla ricerca di un significato alla esistenza. Ma se non scendiamo nelle tenebre non possiamo avvertire pienamente il valore completo del cambiamento interiore. Ecco il senso dell’interessante relazione di Luca Biasci in cui si avverte che la profondità del cambiamento è parte di un processo che non ha mai fine. Nel pensiero di James Hillman il potere delle cose, come viene sottolineato dal collega Petrucci, deve essere sostituito dal potere delle idee che facilitano il cambiamento e sviluppano il senso della bellezza e poiché siamo tutti migranti sensibili ed attenti, di cui si parla nella interessante relazione di Maurizio Riccetti, abbiamo bisogno di riti e miti e immagini nei cui labirinti ognuno di noi animato da un impulso alla ricerca, si ritrova a viaggiare. Il passaggio trasformativo che il mito ci offre diviene una vibrazione dove ci muoviamo intessuti di ricerca, di bisogno di comprensione in cui si passa dal vedere apollineo all’ascoltare che si colloca nel registro del dionisiaco così ben descritto nella relazione di Alida Cresti; uno stesso mito, Edipo, e multipotenzialità di senso, Nella lettura di Hillman il mitema incestuoso lascia il posto alla relazione padre-figlio in cui il fantasma della morte e la necessità del sopravvivere aprono la coscienza umana al suo destino individuale. Ancora oggi il pensiero di Hillman trova espressione nelle pieghe della relazione terapeutica e nel quotidiano a livello individuale e sociale. E’un pensiero arcaico nel suo ricorso alle figure mitologiche ma anche odierno nel riproporre le stesse figure il cui travestimento richiama ai significanti attuali . La favola di Apuleio ci fa sentire come il gioco fra Eros e Psiche sia in scena nella vita di ognuno di noi; come un rituale si presenta non solo nell’analisi ma nella vita e denota che l’amore ha bisogno dell’anima e la Psiche è scritta nel desiderio dell’Eros.

Alcuni momenti durante il convegno di Hillman